Storia
La storia del comune di Castelnuovo del Garda
Castelnuovo del Garda è il comune gardesano più popoloso della sponda veronese, diviso in 6 frazioni (Oliosi, Camalavicina, Cavalcaselle, Sandrà, Ronchi e il Capoluogo Castelnuovo), si trova, bagnato dal Garda, tra Peschiera del Garda e Lazise, dando vita a 3 lidi sul Garda: Campanello, Gasparina e Ronchi. Dista 18 km da Verona e confina a nord con Lazise, a nord-est con Bussolengo, a est con Sona, a sud con Valeggio sul Mincio, a sud-ovest con Peschiera del Garda, a ovest con Sirmione (provincia di Brescia).
Curiosità e personaggi celebri
Nella metà del novecento è stato nostro concittadino il ciclista Giuseppe Pancera che partecipò a 7 giri d’Italia e 4 tour de France piazzandosi, come miglior risultato, in entrambe le competizioni, secondo in classifica generale. Poi divenne gestore del Bar sport in Via Roma a Castelnuovo del Garda.
Castelnuovo del Garda ha visto il passaggio di molti personaggi famosi. Partendo da Giulio Cesare, di transito per la conquista della Gallia, a Federico Barbarossa che addirittura ne ha distrutto la prima fortificazione dell’abitato.
Castelnuovo del Garda ha subito i combattimenti dei veneziani e della campagna francese in Italia, ospitando sul proprio territorio anche Napoleone. Nel periodo delle guerre d’indipendenza italiane, Castelnuovo del Garda ha visto transitare un altro Napoleone, ma questa volta suo nipote, Napoleone III.
Sembra che Dante, abbia scritto versi della Divina Commedia proprio sul colle San Lorenzo di Cavalcaselle, dove, all’ombra degli alberi, ammirava Peschiera definendola “bello e forte arnese da fronteggiar Bresciani e Bergamaschi”.
Nell’archivio di villa Mosconi Negri di Sandrà, sono state ritrovate due lettere autografe di Giacomo Leopardi datate 1831. Destinatario è Giacomo Mosconi, uomo di grande cultura che Leopardi aveva conosciuto l’anno precedente.
Una leggenda paesana racconta che all'interno della chiesa la Madonna degli Angeli sul colle S. Lorenzo è custodito un affresco, datato probabilmente 1434: Maria, scoperto il seno, allatta il Bambino. La tradizione popolare rivela che un prete, scandalizzato, coprì di vernice nera il petto della Madonna, al che il Bambin Gesù, inorridito, staccò le labbra. Rimediò un altro sacerdote che grattò via la patina scura ed il Bambino, soddisfatto, si riattaccò.
Le cinque frazioni:
Cavalcaselle:
La frazione di Cavalcaselle ha sempre avuto un’importanza grazie alla sua strategica posizione, si trova lungo la via principale che da Peschiera del Garda conduce a Verona. Già nel periodo romano Cavalcaselle era abitata, in quanto attraversata dalla via gallica. Il toponimo “Cavalcasele o Cavarcasele” deriva, secondo la prima ipotesi, dal nome del signore del luogo o probabilmente, per la postazione nella quale venivano tolti i finimenti dai cavalli. Il complesso fortificato, con torre, si nota già nelle carte della Serenissima del 1460 e poi nelle cartografie del 1600. Cavalcaselle deriva dal nome Casella, che significa fortezza militare, di cui resistono ancora dei muretti fortificati, situati all’interno della frazione controllare.
Il primo documento storico parla di Cavalcaselle nel 1408, acquistata da Grimani, passò poi alla famiglia Mariotto da Monte che regalò le 2 chiesette, San Lorenzo e Madonna degli Angeli, ai Padri Serviti per poi passare a famiglie private. Cavalcaselle è soprattutto famosa per la sua antica fiera, di origine millenaria, che si tiene il terzo fine settimana di Novembre, sul colle San Lorenzo, dove era solito che i pastori s’incontrassero durante la transumanza, aspettando il proprio turno per traghettare il fiume Mincio.
Nei bivacchi di allora i passanti erano soliti poter gustare piatti tradizionali, come la trippa, prelibatezza famosa nel territorio.
Lo stemma di Cavalcaselle è raffigurato con un cavallo sovrastato da 3 stelle affiancato da 2 alberi sui lati, con la scritta Comun de Cavalcasele, in quanto precedentemente era Comune autonomo.
L’abitato ha alcuni monumenti e luoghi celebri come: La chiesa dedicata ai Santi Flippo e Giacomo è eretta nell’antichità, infatti documenti ne mostrano l’esistenza già nel XVI secolo, per poi essere ampliata nel 1755 prendendone l’odierna forma circolare. Essa custodisce una tela di grande valore attribuita a Cignaroli.
Cavalcaselle ospita, all’interno del proprio abitato, 3 pregevoli ville: villa Arvedi d’Emilei, villa Maffei e villa Albertini, di antica costruzione. La chiesa S. Maria degli Angeli è stata utilizzata come rifugio nei momenti più bui, infatti durante le peggiori pandemie ci si riuniva per tributi votivi e per richiedere la grazia.
La chiesa risale alla prima metà del XV secolo ed accoglie, proteggendolo, l’affresco della Madonna in trono che allatta il bambino”, nel 1766 la chiesa venne ingrandita mentre nel 1866 stava per essere distrutta per incombenze militari, ma poi la firma della pace la salvò dalla sua distruzione.
All'interno di Santa Maria degli Angeli è custodito questo famoso affresco, datato probabilmente 1434: Maria, scoperto il seno, allatta il Bambino. La tradizione popolare racconta che un prete, scandalizzato, coprì di vernice nera il petto della Madonna, al che il Bambin Gesù, inorridito, staccò le labbra. Rimediò un altro sacerdote, il quale grattò via la patina scura ed il Bambino, soddisfatto, si riattaccò.
La chiesa San Lorenzo, anch’essa di antica costruzione, fu eretta nel 1470, commissionata del Marchese Mariotto, ha un'unica navata e dopo secoli di inutilizzo è tornata consacrata nel 1922. Era punto d’osservazione da parte delle vedette romane e svolgeva la stessa funzione anche durante le guerre d’indipendenza.
Nella Prima Guerra Mondiale venne utilizzata come ospedale militare e purtroppo un incendio ne bruciò l’interno nel 2013. Infine il colle San Lorenzo, luogo in cui si narra che il sommo poeta soleva ammirare i territori limitrofi. Il Sommo Poeta avrebbe osservato il lago di Garda e si sarebbe ispirato per scrivere le parole dedicate a Peschiera del Garda.
Sandrà:
Il borgo era di un certo rilievo in epoca Romana, denominato per la sua conformazione Humerio (spalla), lo testimoniano reperti ritrovati nel I e II secolo d.C. Molto probabilmente il paese era fortificato, per difendere l’arrivo sul fiume Adige, successivamente perse la sua importanza a discapito di Castelnuovo. Rimase però importante per il culto; infatti qui sorse la pieve di Sant’Andrea (una delle chiese rurali più antiche di Verona). Da questa chiesa infatti il nome della frazione divenne Sant’Andrea, accorciato poi a Sandrà. Rimangono luoghi di pregio come: La chiesa di S Martino, come cappella privata, presente già negli archivi del 1407, fino alla fine della Seconda guerra mondiale venne sempre offerta l’eucarestia. Degne di nota: Villa Mosconi Negri, Villa Borgognoni Tommasi e Villa Bellisai Segattini, nonché il complesso abitativo degli Spolverini.
Oliosi:
La frazione di Oliosi è famosa per le cronache del 1866, data in cui imperversava la terza guerra d’indipendenza, combattutasi in un paesaggio di battaglia più ampio. Qui, infatti, è famosa la grande vittoria tenutasi dal 4°squadrone del 19° reggimento Cavalleria Guide che, con solo 44 uomini capitanate dal capitano Mazzucchi, ottenne un grande successo contro il nemico molto più numeroso. L’episodio della bandiera, avvenimento di grande valenza simbolica, racconta che il 44esimo reggimento fanteria della brigata Forlì, trovatosi nella casa Benati il 24 Giugno del 1866, si asserragliò all’interno con un manipolo di soldati capitanati dal capitano Camillo Baroncelli, contro un gruppo di soldati Austriaci. La cascina venne però incendiata e i soldati italiani dovettero arrendersi, prima di consegnarsi però, decisero di dividersi la bandiera tricolore in 13 parti, nascondendole sotto la divisa, affinché il loro simbolo non cadesse in mano dell’acerrimo nemico.
I soldati vennero rinchiusi in un campo di prigionia, nell’odierna Croazia, dove custodirono le loro parti di tricolore, a conclusione della guerra ne vennero ricucite solamente 11.
La bandiera fu poi riconsegnata al reggimento e rimane, come ricordo dell’onore di questi soldati, custodita a Roma presso il Sacrario delle bandiere. Come ultimo avvenimento, citiamo la morte in battaglia del Generale Onorato Rey di Villarey, ricordato con una salita a lui intitolata, proprio nel luogo della sua morte. Era il comandante con il grado più elevato che perì durante la battaglia di Custoza.
Camalavicina:
Camalavicina risulta famosa per la chiesetta presente all’interno della frazione, questo luogo è divenuto prima una scuola elementare per poi essere destinato come sede di associazioni del territorio.
All’interno dell’edificio si trova un’importante opera raffigurante la Madonna di Campagna. I turisti più curiosi visitano Camalavicina perché, dai terreni ubicati più in alto, si può ammirare uno splendido panorama sul circondario e sul lago di Garda.
Ronchi:
E’ la frazione famosa in tutta Italia, in quanto è il luogo dove sorge Gardaland, il più grande parco divertimenti italiano e quindi luogo visitato ogni anno da milioni di turisti ed è uno dei tre lidi di Castelnuovo del Garda.